giovedì 28 gennaio 2016

la sua visione di vita su i diversamente abili

Essere diversamente abili è una condizione non sempre accettata dalla società, ma è ancora più triste se diventa una problematica per la famiglia. L’individuo disabile in primis deve accettarsi ed accogliere la propria disabilità come parte integra del proprio essere, solo con tale presupposto si può pretendere di educare l’umanità alla disabilità. Da piccola mi è stata prospettata una vita di sofferenza e forse anche di una continua corsa contro il tempo, positiva e testarda non mi sono mai arresa, e ringrazio Dio ogni giorno per avermi protetta tra le sue mani. I miei traguardi sono stati tanti da quello di essere rinchiusa in una camera ad arrivare all’uscita indipendentemente dalla mia famiglia, mai i miei familiari si sarebbero immaginati di telefonarmi per chiedere a che ora rientrassi. Un soggetto disabile non è destinato a rimanere a letto o come nel mio caso  considerarlo solo con procedure mediche ed infermieristiche; addirittura a non uscire di casa per il disagio di stare sulla sedia o per la vergogna dei genitori di essere giudicati. SMETTIAMOLA non siamo più ai vecchi tempi dove i disabili erano pochissimi perché erano nascosti. Noi non siamo estranei o diversi, siamo anche noi ESSERI UMANI uguali agli altri, anzi siamo VIVI! Da un percorso di vita fatto e nonostante la mia condizione amo la gente ed amo soprattutto di stare tra la gente, tutto l’amore che ho ricevuto da sempre mi ha resa una donna sensibile ed attenta alle difficoltà altrui, mi gratifica aiutare gli altri, difatti sono una volontaria della carità. Mi piace confrontarmi con gli altri per avere la possibilità di crescere continuamente ed alle persone che si chiedono che vita possa essere rispondo che è “la mia vita” rafforzando la mia teoria che la normalità è legata dal punto di vista da dove si guarda.


Federica Paganelli

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